Tempo Ordinario

martedì 2 novembre 2010

La festività dei defunti significato e origini storiche


Riporto questo articolo che ritengo molto interessante (fonte:http://capodorlando.blogolandia.it)

Puntuale come ogni anno, siamo alle porte della festività dei defunti.
La festa dei morti ha origini antiche, la Chiesa Cattolica la dedica alla commemorazione dei defunti.

Civiltà antichissime la festeggiavano tra la fine di ottobre ed i primi di novembre.
Sembra riferirsi al Diluvio Universale di cui parla la Genesi,con la costruzione dell’Arca di Noè e,secondo il racconto di Mosè cadde nel diciassettesimo giorno del secondo mese, cioè Novembre.

Ebbe inizio così la festa dei morti in onore delle persone che Dio aveva distrutto sottolineando così la paura a commettere gli stessi errori.

La Chiesa Cattolica faticava ad abolire i culti pagani con le loro tradizioni celtiche e verso l’anno 835 papa Gregorio II spostò la festa di tutti i Santi dal 13 maggio al I° novembre,mentre nel 998 Odilo abate di Cluny aggiunse al calendario cristiano la festa dei defunti al 2 novembre.

In quei giorni in memoria dei propri morti ci si travestiva da santi,angeli o diavoli e si accendevano falò.

Si narra che tra l’uno novembre ed il due, la notte fosse più lunga del giorno e che il principe delle tenebre chiamava a sè tutti gli spiriti per passare da un mondo all’altro.

I festeggiamenti di quel periodo avvenivano con offerte di cibo,travestimenti e falò,così ecco le usanze pagane sino ai giorni nostri.

Si racconta anche che ebbe inizio così l’abitudine di lasciare ai bambini regali e dolcetti perchè la leggenda ricorda che i morti rubassero ai negozianti o ai pasticceri per lasciare doni ai propri cari. In questo modo si vuole sdramatizzare la paura che si ha col mondo dei morti,il mistero che c’è tra vivi e morti.

Ai bambini si tramanda quest’usanza per non intimorirli e far comprendere che i propri morti vogliono loro ancora bene.

Nelle nostre zone,il 2 mattina è una caccia al tesoro,ci si mette alla ricerca dei regali lasciati dai morti,nascosti nei punti più disparati della casa. Si crede anche che le anime debbano essere dissetate e sfamate.

Si lascia così una bottiglia di acqua fresca ed una scodella di legumi cotti come ceci o fave.

Sicuramente all’aspetto religioso ha preso il sopravvento l’aspetto pagano con il consumismo. Da un paio d’anni anche in Italia si festeggia la festa di Halloween che ha origine celtiche in quanto le sue tradizioni si hanno in Scozia,Inghilterra,Irlanda e Francia.

La notte di Halloween c’è l’usanza da parte dei bambini di bussare alle porte di case e dire “trick or treat” cioè dolcetto o scherzetto e si regalano biscotti,caramelle e dolciumi di ogni tipo.

Certo ogni regione ha le sue tradizioni e le sue usanze,in Sicilia è una festa di sapori,profumi e colori per i nostri bambini.

Non siamo abituati a dire commemorazione dei morti ma la festa dei morti,forse perchè non la sentiamo come un giorno triste,ma lieto,con i nostri cimiteri pieni di fiori e viavai di gente.

In Calabria per esempio nelle zone abitate da italo-albanesi si va al cimitero in processione e dopo preghiere e benedizioni si fanno banchetti direttamente sulle tombe,tutto questo per entrare in contatto con i propri morti.

In Piemonte si usa apparecchiare per la cena e lasciare un posto in più a tavola per il defunto che sarebbe venuto in visita.

Nel Giappone buddista la commemorazione dei defunti è ricordata il 15 luglio. Loro non credono a spiriti o fantasmi come noi,ma a divinità o entità.

La ricorrenza da loro è chiamata Obon cioè la Festa dell’Anima. Tramandano da secoli l’usanza di preparare un cavallo fatto con un cetriolo ed una mucca fatta con una melanzana.

Tutto questo perchè per venire a trovare i vivi li avrebbero raggiunti con un cavallo veloce mentre,per tornare più lentamente con una lenta mucca di melanzana.

Nel buddismo non c’è l’idea dell’inferno e sofferenza dopo la morte,ma è una via di mezzo tra divinità ed anima proteggendo così i loro discendenti.

Per i giapponesi la festa di obon vuol dire divertirsi con i morti che tornano tra i vivi.

Anche in Cina il culto dei defunti ha lo scopo di onorare gli antenati per le loro imprese,venerandoli e in loro onore vengono preparati ed addobbati altari sui quali si fanno offerte e sacrifici.

In Africa quasi tutte le religioni sono monoteiste,loro credono in un unico Dio creatore dell’universo e viene concepito come un essere superiore.

Per questo le vicende umane e le loro usanze vengono rivolte con preghiere solo a spiriti inferiori ed in particolare agli antenati defunti.

Così spetta ai discendenti rafforzare il rapporto vitale con loro e riaffermare il benessere sulla vita ultraterrena.

Sanno anche che per migliorarsi socialmente bisogna rispettare i defunti dando importanza a riti propriziatori.

Tutto questo serve a consolidare il legame tra vivi e morti.

Loro manifestano il culto dei morti anche attraverso riti,amuleti,maschere o totem e restando in attesa di messaggi da parte degli antenati.

Le sette evangeliche ed alcune chiese protestanti hanno vietato il culto agli antenati perchè ritengono paragonarlo all’adorazione a satana.

Tornando ai giorni nostri ed alle nostre tradizioni,la commemorazione dei defunti ci porta a partecipare il 2 novembre alle Sante Messe celebrate presso i cimiteri,da noi con la presenza del Vescovo Zambito e con autorità civili e militari.

Concludo con un pensiero: non bisogna aspettare il 2 novembre per ricordare i nostri morti,ma bisogna averli sempre nel cuore,ricordandoli con affetto,sentirli vicini e,se vogliamo appagarci ancora di più,andare a trovarli più spesso.
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