La Messa in Coena Domini (o Messa della Cena del Signore), che inaugura il Triduo Pasquale, è la seconda celebrazione del Giovedì Santo; in essa si fa memoriale dell'Ultima Cena del Signore con i suoi discepoli, nella quale, secondo la dottrina cattolica, Gesù istituì i Sacramenti dell'Eucarestia e del Sacerdozio, e consegnò ai discepoli il Comandamento dell'Amore ("Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi", Gv 13,34), dopo aver lavato loro i piedi; in memoria di quest'ultimo gesto, la liturgia prevede il rito della Lavanda dei piedi.
La liturgia comincia come tutte le messe, con il saluto iniziale e l'Atto penitenziale; può però essere preceduta dalla presentazione degli olii (Crisma, Olio dei Catecumeni e Olio degli Infermi), benedetti la mattina dal Vescovo durante la messa crismale, mediante una breve processione fino all'altare, dove vengono appoggiati ed incensati. Al Gloria si suonano le campane a festa, secondo gli usi locali, in tutte le Chiese: dopodiché le campane taceranno fino alla notte di Pasqua. La liturgia della Parola consta dei seguenti testi:
prima lettura dal Libro dell'Esodo (Es 12,1-8.11-14)
salmo responsoriale (Sal 115)
seconda lettura dalla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo (1Cor 11,23-26)
brano evangelico dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-15)
Dopo la Liturgia della Parola si compie il gesto della Lavanda dei piedi; il celebrante, tolte le vesti liturgiche (esclusa la stola), comincia a lavare i piedi di dodici persone scelte (che raffigurano i dodici apostoli); durante questo momento si soleva cantare l'inno Ubi Caritas; dopo il Concilio Vaticano II, tuttavia, tale inno fu spostato alla Liturgia eucaristica. Come Preghiera eucaristica si recita tradizionalmente il Canone Romano. Dopo la Comunione, la Pisside contenente ostie consacrate, non viene riposta, ma rimane esposta sull'altare per una breve adorazione; quindi, accompagnata dall'inno Pange lingua, comincia una processione eucaristica fino al luogo della reposizione del Santissimo Sacramento (dove viene intonato il Tantum ergo). Quindi l'assemblea si scioglie in silenzio, senza benedizione o segno di croce. In alcuni luoghi, da quel momento si prolunga l'adorazione per tutta la notte, fino al giorno seguente. Fino alla Veglia Pasquale non si celebrano più Messe. Il Venerdì Santo, infatti, si celebra una semplice Liturgia, senza la consacrazione, e viene consumata l'eucarestia consacrata il giorno precedente.
Nessun commento:
Posta un commento