Tempo Ordinario

domenica 8 giugno 2008

Il Miracolo Eucaristico di Lanciano (CH)


Intorno all'anno 700, a Lanciano si verificò un evento che la Chiesa cattolica considera come il primo tra i cosiddetti miracoli eucaristici. Il racconto ci è stato tramandato da una pergamena del XV secolo: vi si narra che, durante la Messa nella chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano, il monaco basiliano che officiava il rito avrebbe dubitato della presenza di Cristo nell'eucarestia. In quel momento l'ostia sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue.

Le reliquie del Miracolo sono conservate nella chiesa di San Francesco, sorta nell'XI secolo sul luogo di quella in cui avvennero i fatti. L'ostia di carne ed il calice con i cinque grumi in cui si è rappreso il sangue sono oggetto di pellegrinaggio da parte di centinaia di migliaia di persone ogni anno.

Queste reliquie sono state finora analizzate solo dal professor Odoardo Linoli, docente di anatomia patologica, negli anni Settanta e nel 1981. Le analisi hanno evidenziato che la carne è autentica e umana, precisamente tessuto miocardico; il sangue è anch'esso autentico e umano; entrambi appartengono infine al gruppo AB. La perfetta conservazione della carne non viene spiegata, in quanto lo studio si limita ad escludere l'uso di noti procedimenti di mummificazione. Esso peraltro non indica la datazione esatta della reliquia, né esclude completamente la conservazione per cause naturali.

Il miracolo de "Lu Frijacriste"
Nella storia di Lanciano si narra di un secondo Miracolo Eucaristico, detto de lu frijacriste (letteralmente: "friggicristo", friggitore di Cristo). Il racconto di come avvenne presenta elementi della leggenda, ma la testimonianza concreta è data dalle Sacre Reliquie: esse esistono e si trovano in parte a Lanciano e in parte nella chiesa di Sant'Agostino ad Offida (nelle Marche).

Secondo la versione a noi pervenuta, i fatti avvennero nel 1273, in una stalla del quartiere di Lancianovecchia: una donna chiamata Ricciarella, volendo riconquistare l'amore del marito, si rivolse ad una fattucchiera ebrea, che le consigliò di preparare una pozione erotica cuocendo sul fuoco un'ostia consacrata. Ricciarella conservò in bocca l'ostia presa durante la Messa; giunta nella stalla di casa sua, mise un coppo sul fuoco e vi pose dentro il frammento di ostia. Improvvisamente, l'ostia si tramutò in carne e cominciò a grondare sangue. Ricciarella, terrorizzata, nascose tutto sotto un cumulo di paglia e corse a casa.

Tuttavia Ricciarella non riuscì a tenere il segreto a lungo: allarmata anche da strani presagi (pare che il cavallo del marito rifiutasse di entrare nella stalla e si inginocchiasse sulla soglia), dopo pochi giorni confessò tutto al parroco della vicina chiesa di Sant'Agostino, Jacopo Diotallevi, che portò le reliquie in chiesa. Quando questi divenne vescovo di Offida portò con se le Sacre Reliquie. Tuttora, nella cittadina marchigiana si commemora l'evento ogni 3 maggio con una grande festa religiosa.

Nel luogo dove era situata la stalla di Ricciarella fu costruita una cappella, dedicata alla Santa Croce, tuttora esistente e visitabile. In questo luogo pochi anni fa sono stati riportati alcuni frammenti delle Sacre Reliquie per concessione della diocesi di Offida.

A titolo di curiosità si può ricordare che i lancianesi, a seguito di quest'episodio, hanno guadagnato il soprannome di frijacriste presso gli altri abruzzesi.

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