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venerdì 3 ottobre 2008

L'Imitazione di Cristo

La Imitazione di Cristo (titolo originale in latino: De Imitatione Christi) è, dopo la Bibbia, il testo più diffuso di tutta la letteratura cristiana occidentale. Il testo è in lingua latina ed è comunemente attribuito al monaco agostiniano Tommaso da Kempis (sebbene permangano dei dubbi sulla paternità dell'opera).

Scritto durante il periodo medievale, oggetto dell'opera è la via da percorrere per raggiungere la perfezione ascetica, seguendo le orme di Gesù.

Si contano attualmente oltre settecento manoscritti e più di tremila edizioni in oltre cento lingue. È un testo tuttora considerato di riferimento per tutte le Chiese cristiane (cattolica, protestante e ortodossa).
L'opera si divide in quattro libri.

Il Libro I (Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità) sollecita ad abbandonare la vacuità delle cose materiali ed a porre al centro dell'attenzione la carità, la conformità a Cristo, la meditazione, l'obbedienza e la contrizione.
Il Libro II (Dell'interna conversazione) insiste sulla necessità e l'inevitabilità della sofferenza per poter entrare nel regno di Dio ed elabora una serie di precetti per vivere una vita interiore molto intensa.
Il Libro III (Dell'interna consolazione) segna un mutamento nello stile: il testo diventa infatti una sorta di dialogo mistico con Cristo.
Il Libro IV (Libro del sacramento del corpo di Cristo) esorta, sempre sottoforma di dialogo, alla unione con Cristo attraverso l'eucarestia.
Come accennato, permangono dubbi sul reale autore del testo. Lo storico britannico Brian McNeil suppone che il vero autore sia Jean Gerson, abate benedettino vissuto nella prima metà del XIII secolo.[1]

Una terza teoria ritiene invece che l'opera sia frutto del lavoro di più persone che hanno provveduto a completare il testo in tempi diversi. L'ipotesi si basa sulla differente impostazione stilistica dei primi due libri rispetto agli ultimi due.[2] In effetti, i primi due libri sembrano abbozzare una sorta di "regola monastica", "intesa al governo della vita interiore"[3] e quasi contrapposta alle scuole filosofiche realista e dei nominalista.

Il terzo libro è scritto con uno stile più drammatico, probabilmente aggiunto in un momento successivo. Il quarto libro, incentrato completamente sull'importanza dell'eucarestia, fa altresì pensare ad una stesura più tarda - probabilmente risalente al XIV secolo, quando le dispute su quel sacramento erano particolarmente accese.

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