di † Vincenzo Rimedio
È opportuna una riflessione per poterci disporre convenientemente alla Solennità Natalizia.
C'è una teologia ma anche una poesia di suddetta Festa: l'Incarnazione del Figlio di Dio, cui si aggiunge la soavità di sentimenti che ispira la Natività.
Le famiglie si ritrovano e possono avvertire davanti a Gesù Bambino le gioie degli affetti familiari. La famiglia, che oggi sperimenta tante sfide, resta lo spazio più idoneo per la realizzazione personale, spazio di affettività e di serenità.
L'Avvento è tempo di speranza, di attesa del Messia predetto dai Profeti; è tempo inoltre di rinnovamento spirituale e sociale. Parlare oggi di speranza può risultare un anacronismo, ma - come credenti - non possiamo rinunciarvi.
Il Natale ci ricorda che - come afferma il profeta Isaia - "un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità". Il bambino a suo tempo porterà a termine una missione di salvezza degli uomini, sarà l'alfa e l'omega della storia degli stessi e terrà in mano le sorti del mondo che passa, infine sarà il Risorto.
L'Avvento è tempo di rinnovamento spirituale: la vita va avanti di tappa in tappa:
questa dell'Avvento è un'occasione per un discernimento su come personalmente si vive, se c'è coerenza tra i pensieri propri, i propositi e la vita concreta che si conduce.
Certamente non sono assenti in ognuno principi religiosi, morali ravvivati dalla coscienza, che è - come afferma il Card. Newman - "la messaggera di Colui che nel mondo della natura, come in quello della grazia ci parla velatamente, ci istruisce, ci guida".
Il rischio attuale, della postmodernità, è di vivere il momento per il momento, senza riferimento al fine ultimo che non è la terra ma il Cielo. Sulla terra siamo soltanto pellegrini, in cammino verso la Patria.
Per il mondo futuro poca luce ci può offrire la ragione rispetto alla fede che ne offre in buona misura. È necessario cercare per trovare e andare oltre le apparenze.
L'Avvento è tempo di rinnovamento sociale: i problemi odierni sono tanti ma non deve mancare la speranza: occorre più senso di responsabilità, di legalità, più etica.
Senza questa si va alla decadenza.
È necessario ancora osare di, più da parte dei cristiani, degli uomini di buona volontà, delle Istituzioni, dei Responsabili della cosa pubblica per l'occupazione dei giovani, per la sicurezza e per l'elevazione sociale generale.
Non si possono arrestare lo sviluppo e la qualità della vita.
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